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Paroles: Davide Van De Sfroos. L’alain Delon De Lenn.

Siete stati in ginocchio sui vostri bicchieri attendendo futuri migliori
sospirando vicino al mio regno di eccessi ma toccando la porta da fuori
quando io ero sul trono, stavate ancora spazzando la stalla
e quando stavate vincendo son ritornato a rubarvi la palla...
ho provato a spiegarvi qualcosa battendovi a bocce o di notte a Lugano
ma lo stile non posso insegnarlo a chi non ce l'ha a portata di mano
con le donne e col gioco d'azzardo sporgendovi troppo ora siete caduti
io ho vissuto esagerando ma non salgo sul treno che riporta i rifiuti
raccontate a tutti che troia e la sorte senza dire che pero e vostra figlia
io vi aspetto alla Cooperativa e vi guardo inclinare la bottiglia

RIT. Vardel la in de l'e l'Alen Delon de Lenn
cume voen nassuu a Maiemi, cume el fioo de d'Artagnan,
l'importante e una certa classe e zero cognizion,
e difficile spiegare a tutti cume vess el numer voen...
Vardel la in de l'e l'Alen Delon de Lenn
che trasforma la giurnada in un film de Jean Gabin,
oltru che gigolo, oltru che vitelloni...
ti concede solo un consiglio e po fo tucc di cujoni...

Se lo guardi nel buio potrai rivedere la lama e le gocce
di quel tempo in cui non viveva appoggiato alla rete del campo di bocce
perche lui ha sedotto il destino e dirottato la notte ai suoi piedi...
con il Lucciola oltreconfine ha vissuto quei tempi che ancora non credi...
la coscienza una valvola rotta troppo stanca e confusa per far dei ricatti...
atteniamoci alla leggenda che conserva integri i fatti
non provare la sua corona che ti cade sugli occhi e finisci per terra
lui rubava i fiori dai prati voi dovete provar nella serra
ora dentro il bicchiere nuotate senza mai ritrovare la sponda
e fate sentire a chi passa che rumore fa l'anima quando si sfonda

RIT.

(Grazie a Billo per questo testo)