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Paroles: Roberto Vecchioni. Hotel Dei Giorni Immobili.

All'hotel dei giorni immobili
non brillano le stelle:
qualche volta s'intravede appena
il fondo della valle;
c'e un odore di salsedine,
ma il mare non si vede...
dai sentieri che ci arrivano
non ripartono piu strade...
All'hotel dei giorni immobili
da sempre c'e un soldato,
ma la guerra non spiego
se c'era morto o c'era nato;
e se c'era nato o morto
non lo seppe mai il poeta
che perdeva il tempo a chiedersi
se un'entrata e anche un'uscita.

E una notte innominabile
ci transito un mercante,
e vendeva tutto a tutti
e tutti non avevan niente;
e vendeva per non piangere
di non aver venduto
e le lacrime bagnavano
sciupavano il broccato.

Han mandato un messaggero,
forse arriva questa sera;
passsa i monti, passa il gelo,
passa il tuono e la bufera;
passa il fuoco dell'inferno
con un foglio tra le mani;
han mandato un messaggero,
forse arrivera domani.

All'hotel dei giorni immobili
ci venne anche un sovrano:
ordino, sali con comodo,
prese tutto il terzo piano:
e ci venne un accademico
con un trucco madornale,
ma nel buio s'illuminarono
solo gli angoli e le scale.

E una notte senza nuvole
si presento un pensiero;
e si comincio a distinguere
buio falso e buio vero;
e una notte con le nuvole
li si smarri un ricordo,
e si continuo a confondere
l'apparenza di uno sguardo.

S'e perduto il messaggero
s'e perduto sul confine,
tra il principio delle cose
e le cose della fine;
s'e perduto il messaggero
col cavallo e con i cani,
tutto e ritornato nero
dietro il grido dei gabbiani;
s'e perduto il messaggero
con un foglio tra le mani:
non arrivera stasera
non arrivera domani.

All'hotel dei giorni immobili
nel sogno di una donna
tutto e chiaro, tutto e limpido,
la penombra non inganna;
e basto guardarla un'attimo
per leggerle nel cuore
che lei gia sapeva tutto
prima ancora di sognare:

e fu finalmente giorno,
fu bambino e fu canzone,
e fu gioia del ritorno
e fu "dormi",e fu persone;
e fu finalmente cielo
con la luna e con le stelle,
e fu finalmente mare
con il vento e con le vele...

e fu subito chitarra,
e fu abbraccio e fu ferita,
e fu "guardami!" e fu terra,
e fu vivere e fu vita;
cosi il giorno torno giorno
e la notte fu la notte;
l'orizzonte all'orizzonte
e le stelle in cielo, tutte.